CAPITOLO 10 - TECNICA DI TIRO
Nella caccia con armi a canna rigata , una distanza di 300 mt dal bersaglio , è da considerarsi già impegnativa e difficile , ed impegna il cacciatore più smaliziato in calcoli di caduta e dove traguardare il selvatico dall’ottica per valutare l’alzo,e la giusta precisione di impatto del proiettile. Esso in un buon azzeramento effettuato alle distanze 150/200 mt impatterà più in basso di circa 10/30 cm a 300/350 mt , a seconda della radenza del calibro adottato, portando il cacciatore a traguardare con il reticolo a filo di spalla dell’animale e perfettamente in asse con la posizione del cuore o delle parti vitali da acquisire.
Il neofita è portato a sopravvalutare spesso le distanze ad occhio nudo , che nella casistica pratica risultano essere molto minori nelle misurazioni di quelle stimate. Questo perchè si è spesso portati ad idealizzare distanze di tiro eccessive , che nella pratica risultano poi meno frequenti di quanto si ritenga comunemente. Per queste date ragioni ,(di errori di valutazione di distanza), cercate di procurarvi delle sagome di animali a grandezza naturale (ottime quelle per il tiro con l’arco caccia) e ponetele a distanze che voi riterrete opportune,valutatene mentalmente le distanze, poi misurate con un telemetro ,la distanza effettiva , vedrete così che l’errore di valutazione a volta risulta macroscopico rispetto al misurato. Questo vi darà modo di abituare l’occhio , ed allenarlo a distanze che poi vi ritroverete in molte situazioni venatorie.
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In genere , se si riesce a condurre un buon accostamento al selvatico, senza allarmarlo con odori o rumori inopportuni ,la distanza di tiro è contenuta fra i 100/e i 250 mt . Ciò non toglie , ovviamente , che tiratori molto ben allenati , possano abbattere animali anche a distanze che sfiorano i 400/500 mt (sempre se il calibro lo consente). Io stesso tirai tempo addietro ,in Ungheria (patria dei caprioli) ad un bell’esemplare di maschio di capriolo,che sorpreso a dormire nel grano della PUZTA ungherese ,allarmato mise un bel pò di distanza fra me e lui. Trovai un valido appoggio in un arbusto vicino ed imbragata la carabina armai lentamente lo stecher ,tra le sommesse proteste dell’accompagnatore che continuava a ripetermi che il tiro era lungo. L’animale si fermò un attimo a guardare incuriosito , e credendosi al sicuro ,mi mostrò il fianco ,proprio nell’attimo in cui valutando la distanza ponevo il centro del reticolo della mia ottica ad una distanza di una trentina di centimetri sopra la sua spalla. Lasciai partire con dolcezza il colpo che fulminò l’animale alla ragguardevole distanza misurata di 420 mt. Non sto a descrivervi la meraviglia dell’accompagnatore e dei complimenti serali del gruppo, ma a mio favore scattava la perfetta conoscenza balistica del 7X64 brenneke con una palla da 130 gr , corredato con un ottica da 18X ,che per la precisione intrinseca del calibro e della radenza del tipo di proiettile adottato ,è in grado di abbattere pulitamente animali di maggior dimensioni a quelle distanze
la caduta balistica di proiettili NORMA di 3 diversi calibri a 300 yards con gli azzeramenti a 100/200 yards
i bei tiri capitano poche volte nella vita del cacciatore, spesso non valutando bene le distanze si può fallire o ferire l'animale. Quindi assicuratevi sempre una distanza ottimale di tiro
Ogni animale , per le varie circostanze con cui ci si presenta , oltre che per il grado di emotività che può suscitare , esige un differente modo di tirare da caso a caso , e se soprattutto a caccia di selezione occorre mirare bene, con calcolo e freddezza , è altrettanto vero che la impulsiva immediatezza di un colpo sparato all’imbracciata ,in circostanze inopinate ,ha spesso significato di vita o di morte ,nel duello tra l’uomo e la belva.
L’allenamento ,è un fattore di vitale importanza , se si vogliono conseguire dei buoni risultati (in tutte le cose), ed è inconcepibile affrontare questo tipo di caccia senza di esso .
Io pratico con assiduità quindicinale (lavoro permettendo) almeno una seduta di tiro in poligono,e settimanalmente (coinvolto dagli amici) mi diverto a tirare di SKEET ,vero toccasana per bersagli in movimento. Mi appassionai a questa disciplina incuriosito della tecnica , e dalle difficoltà insite in questo tipo di tiro , ed oggi a distanza di anni posso affermare con sicurezza che questo sport è altamente propedeutico per la caccia. Esso in battuta al cinghiale mi ha consentito di anticipare spesso e considerevolmente gli amici di battuta e con successo sia nella velocità di ingaggio sia nella precisione all’imbracciata. Per non parlare poi della micidialità di tiro dei tordi allo”schizzo” nel folto degli ulivi .
Ma veniamo al giusto allenamento da adottarsi per un tiro meditato. La casistica vuole che nel 80% dei casi non si ha il tempo materiale per telemetrare l’animale e quindi farvi meditare sul da farsi, ma se in un appostamento preventivamente avete effettuato le giuste misurazioni con un telemetro nei punti della radura o dello spiazzo dove è più probabile che l’animale esca allo scoperto, avrete il quadro preciso delle distanze di ingaggio per valutarne con immediatezza il tiro, non dimenticando di valutare il giusto angolo di sito e la correzione giusta da applicarsi se posto in alto o in basso rispetto alla posta. Per far sì che un giusto allenamento sia quanto più vicino a queste condizioni , come già detto attrezzatevi di 5/6 bersagli fotografici maggiormente simili all’animale da cacciare , sceglietevi una collina o una radura di montagna dove potete allenarvi con tranquillità, poneteli in punti dove risultino poco contrastati con la natura che li circonda e scarsamente individuabili ad occhio nudo, cercando di mimare le situazioni di ingaggio quanto più simili all’incontro , fate in modo di piazzarli in punti maggiormente difficili al tiro , posti più in alto e più in basso rispetto la posizione di tiro , tenendo sempre da conto della massima sicurezza nell’impatto dei proiettili. Poi traguardate con un binocolo tutte le varie condizione create , per abituarvi alla giusta osservazione per eventuali ostacoli di frammezzo posti tra la linea di tiro e il bersaglio, e poi effettuate una serie di tiri di un sol colpo per bersaglio , questi se posti nel modo descrittovi vi metteranno in serie difficoltà di tiro rendendo i punti vitali difficilmente individuabili . Una volta controllato il piazzamento dei colpi , effettuate un'altra serie di tiri dando le giuste correzioni per il singolo bersaglio, e quando poi avete raggiunto una ottimizzazione , cambiate posizione di tiro , (distesi, con appoggio sullo zaino , con appoggio con alpenstock , in ginocchio ,in piedi , con equilibrio precario) cercando di complicare al massimo le situazioni di ingaggio .
Tutto ciò vi allenerà l’occhio e la mente a condizioni che spesso vi ritroverete durante la caccia , e vi consentirà di affrontare con sicurezza il tiro ove mai vi si ponesse in condizione già sperimentate.