Di questo argomento, vi parlerò senza mezzi termini della scarsità qualitative della maggior parte dei prodotti presenti sul mercato, in rapporto all’eccellente qualità di certe altre. Esse sono fondamentali nella scelta di corredo dell'arma, e di vitale importanza ai fini di un buon binomio ARMA/PRECISIONE , facendo raggiungere all’arma in caso di una scelta oculata, uno standard qualitativamente elevato di tiro , tanto è vero che diverse volte è accaduto che alcune armi rigorosamente da caccia, superassero (in gare ai poligoni), come punteggi armi SPORTER o COUSTOM accuratizzate per il tiro, e questo accadeva per l’elevata qualità dell’ottica e del relativo azzeramento di deriva da effettuarsi sul campo che questa garantiva.
I Infatti a rafforzativo di ciò ,vi voglio raccontare un episodio che mi capitò all’inizio della mia attività venatoria :
Per economizzare sulla spesa totale della mia prima carabina ,montai un modesta ottica ad ingrandimenti variabili di produzione giapponese, non pensando agli inconvenienti che poi mi sarebbero occorsi. Questa alla prima prova sul bersaglio raggruppava le rosate a seconda dell’ingrandimento adottato , tra i 10/15 cm. fuori asse a dx,sx,in alto o in basso, indice di sobbalzi al reticolo o di un registro poco accurato di esso,e conseguente perplessità da parte del sottoscritto. Tutto questo accadeva in fase di azzeramento dell’arma ad una distanza di 50 mt.. Ovviamente l’errore si sarebbe macroscopicamente incrementato a distanze ragguardevoli, facili da ritrovarsi a caccia , rendendo l’arma imprecisa ed inutile da utilizzarsi su qualsiasi situazione. Per non parlare poi degli attacchi, anch’essi di estrema importanza. Esistono sul mercato alcuni tipi a sgancio rapido di buona fattura e perfette riproduzioni economiche di essi.
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In applicazione della solita regola “ economia di bilancio” ne acquistai un paio considerati ottimi da un mio buon amico,con un notevole risparmio rispetto agli originali, e li montai su di un eccellente ottica austriaca SWAROVSKI 3-12X50 (che all’epoca costruiva questi solo in acciaio e con un peso ragguardevole),e dopo gli azzeramenti di rito, partii per la BRITISH COLUMBIA a caccia di GRIZZLY e BLACK BEAR.Mi avvalevo nell’accompagnamento di un buon professionista canadese di origine francese , che per alleviarmi delle sofferenze dei trasferimenti in terreni paludosi ,utilizzava un “QUOD” il classico motociclo 4X4 dei cacciatori americani,comodo per il guidatore ,ma un vero tornado di sobbalzi per il passeggero. Dopo 8 giorni di questi tormenti ed estenuanti marce infruttifere riuscii a tirare ad un bel maschio, di BLACK BEAR
fallendo il primo colpo ad una distanza di 70 mt.,
ferendo al secondo colpo l’animale in corsa ad una gamba (anche se perfettamente mirato al cuore),
e successivamente abbattendolo definitivamente con un tiro all’imbracciata , all’ultimo colpo (non avevo avuto il tempo di ricaricare) e mentre trafelato mi ero distratto in osservazione delle tracce di sangue , (e da solo perché avevo mandato la guida a fare un giro largo per uscirgli davanti) ,questo ringhiando mi aggredì . La bestia ferita messa in allerta dai rumori nel bosco alle sue spalle (fatti dall’accompagnatore) uscì nella mia direzione , sorprendendomi e caricandomi dal folto ad una distanza di circa 30 mt. Porterò per sempre con me, nei miei incubi più atroci l’aspetto terrificante della scena ,e della massima ferocia di un animale di 2 mt. di altezza, che quando è messo alle strette, può dimostrare. Risultò essere il record dell’area ed il secondo in assoluto della stagione di caccia con il ragguardevole peso di 280Kg.
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Che cos’era accaduto? Semplice ,a causa di una micro sbavatura di metallo (residuo di una mediocre lavorazione) alla sede di alloggio delle viti , (della basetta anteriore degli attacchi), aveva fatto in modo che queste nel serraggio (nonostante la colla bloccafiletti) impegnassero solo uno o due filetti della filettatura del castello dell’arma. In seguito un po’ per i sobbalzi e gli urti del QUAD, un po’ per il peso dell’ottica (forse troppo impegnativo per gli attacchi), un po’ per le vibrazioni del calibro ( 300 winchester mag.) si erano allentate, mandando con il ballonzolare anteriore dell’ottica a carte e 48 il relativo azzeramento.
Per questa mia superficialità ho rischiato la pelle, e dedico sempre una preghiera a S.UBERTO protettore dei cacciatori, e a S.GENNARO protettore di noi Napoletani. Per cui scegliete sempre attacchi di ottima fattura , stabili e robusti, e se pensate di adoperare attacchi mobili o ad incastro, sceglieteli sempre con semplicità di meccanismi (possibilmente originali o proposti dalla casa costruttrice dell'arma) ed estremamente robusti in grado di non mollarvi al primo intoppo o urto.
Ma ritorniamo alle ottiche. Esse nel mercato mondiale (NON HO PAURA NEL DIRLO) dei prodotti di settore, sono rappresentate a mio giudizio da :
una MEDIOCRE produzione GIAPPONESE/ASIATICA/ORIENTALE
da una DISCRETA produzione AMERICANA,
e da un ECCELLENTE produzione EUROPEA
Pensate che a caccia nel 99% dei casi, i trofei di maggiore mole e rilevanza (I vecchi e scaltri maschi) ,si conseguono all’imbrunire,o all’alba tra foschie e scarsa visibilità. Questi fattori influiscono notevolmente sulla visibilità e nitidezza del bersaglio , e se l’ottica adottata è di scarsa produzione può addirittura peggiorare la situazione di acquisizione, creando problemi di diffrazione ,riflessi,parallasse,ed addirittura di appannamenti interni. Mentre invece un ottica di buona fattura,riesce a farvi intravedere nel buio più assoluto,la sagoma dell’animale. La posizione del reticolo ben contrastato è facilmente posizionabile sul bersaglio anche in queste condizioni.(Una sera mentre discutevamo di armi e calibri,io ed un gruppetto di amici ,dopo una sessione di tiro al poligono ,si presentò l’occasione di osservare un capriolo sceso al pascolo all’imbrunire in una radura poco distante dalle linee di tiro. Questo mi diede modo di comparare la mia SWAROVSKI 8X56, con quelle IPER TARGET (36X 40X) montate dai miei amici sui loro fucili. Inutile dirvi che mentre loro anche ad ingrandimenti maggiori rispetto ai miei non riuscivano ad intravedere se non pochi dettagli , io riuscii ad individuare una cicatrice sul collo ed a valutarne benissimo il trofeo)
La LUMINOSITA’ di queste è fattore di primaria importanza , essa viene data da un elevato diametro del tubo porta-reticolo e dall’elevato diametro della lente finale , in aggiunta a trattamenti particolari antiriflesso delle lenti contenute , della qualità e trasparenze di queste esenti da difetti o imperfezioni,e dalla immissione di gas inerti in grado di eliminare la diffrazione dello spettro cromatico e problemi di condensa per gli sbalzi di temperatura ,incrementandone i valori di trasmissione della luce e relativa trasparenza.In taluni casi queste riescono ad incrementare la visibilità al crepuscolo ed ad elevare il contrasto cromatico di risoluzione del campo visivo.
come si presenta la luminosità del bersaglio con due differenti diametri di oculari anteriori 42 - 56
situazioni di scarso contrasto e visibilità molto facili da ritrovarsi di primo mattino o all'imbrunire
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Cose queste , ottenibili solo con alcune produzioni Mittleuropee e limitate Americane, e nella fattispecie da:
Il complesso ottico di un cannocchiale da mira ,realizzato con lenti di vetro ottico,corrette e trattate ,è composto da un sistema di lenti convergenti a grande distanza focale detto OBBIETTIVO dal RETICOLO di puntamento, da un DIAFRAMMA fisso , da un sistema di lenti che ha il compito di raddrizzare le immagini,e da un ultimo gruppo di lenti , divergenti , e di corta lunghezza focale, chiamato OCULARE.
L’insieme degli elementi è contenuto in un tubo di acciaio o lega ,trattato internamente con speciali vernici antiriflettenti, e reso impermeabile da appropriate guarnizioni idrorepellenti. Sul tubo in apposite sedi , sono situati i regolatori del reticolo di mira , e in alcuni modelli sono situate speciali guide di montaggio con sezione a coda di rondine , per l’assemblaggio all’arma tramite opportuni attacchi. Lo schema ottico del cannocchiale è di estrema semplicità: l’immagine raccolta dall’obbiettivo viene a convergere , capovolta , sul piano del reticolo dal quale diverge per essere intercettata dal gruppo di lenti raddrizzatrici , che la fanno convergere sul piano focale dell’oculare , da cui nuovamente diverge per essere raccolta dalla pupilla . Il diametro del fascio luminoso in uscita dall’oculare ,si dice , appunto Pupilla d’uscita,ed è direttamente proporzionale al grado di luminosità dello strumento.
Il concetto di ingrandimento di un cannocchiale , sia esso o no di mira , trova maggior rispondenza nel concetto di potenza. La potenza infatti è la capacità dello strumento in relazione alle sue caratteristiche ottiche, di fornire all’occhio un ‘immagine del bersaglio tanto più apparentemente ingrandita , quanto maggiore sarà detta potenza in rapporto allo stesso bersaglio posto alla stessa distanza , ma osservato ad occhio nudo. In pratica ,quindi,un’ottica di potenza effettiva 4X fornirà a 100 mt. un immagine ingrandita del bersaglio ,come se questo fosse osservato ad occhio nudo alla distanza di 25 mt. se il bersaglio si trovasse a 200 mt il cannocchiale fornirebbe una immagine ravvicinata di 50 mt ad occhio nudo, e così via, ciò perché dividendo la distanza per la potenza effettiva si ottiene come prodotto l’ingrandimento apparente.
IL CAMPO DI VISUALE ,o campo di vista ,è la porzione di spazio circolare osservabile alle varie distanze. Rilevabile in gradi d’angolo , viene per la maggior comodità misurato diametralmente , prendendo come riferimento lo spazio visibile sull’orizzontale ad una distanza di 100 mt per le ottiche Europee, e cento yarde (91 metri) per quelle americane o giapponesi. Il campo di visuale è inversamente proporzionale alla potenza del cannocchiale , diminuisce cioè con l’aumentare della potenza e ,indipendentemente da questa, varia con il variare della distanza quanto più grande è la distanza dal bersaglio.
IL POTERE DI RISOLUZIONE o DEFINIZIONE ,è una qualità puramente ottica del cannocchiale , di fornire immagini ben definite per nitidezza , prive di aberrazioni cromatiche,o di sfocature , distorsioni , nonché ottime rese nella descrittiva di particolari.Tale qualità negli strumenti di mediocre produzione e sempre leggermente inferiore ai bordi dell’immagine.
PUPILLA DI USCITA , altro non è che il diametro del fascio luminoso in uscita dall’oculare e costituente l’immagine : viene definito numericamente dividendo il diametro utile dell’obbiettivo (diametro della lente anteriore) per la potenza effettiva dell’ottica . Maggiore sarà il rapporto ottenuto ,proporzionalmente maggiore la luminosità dello strumento.
LUMINOSITA’ come già accennato in uno strumento di buona fattura essa consente di percepire immagini più chiare e nitide nei confronti dell’osservazione ad occhio nudo, anche in condizioni di luce carente come all’alba o al crepuscolo. Il valore numerico della luminosità si ottiene elevando al quadrato il diametro della pupilla di uscita . In tale modo, però , si ottiene un dato non del tutto attendibile , ai fini della resa effettiva dello strumento in cattive condizioni di luce, ed è indicativo soltanto della luminosità geometrica dell’ottica. Maggiore attendibilità fornisce invece l’applicazione in questo caso del VALORE CREPUSCOLARE , ottenibile con una formula sperimentale estraendo la radice quadrata della potenza e moltiplicando il risultato per il diametro utile dell’obbiettivo
DISTANZA DI NITIDEZZA , si ottiene empiricamente traguardando il bersaglio nella massima nitidezza , con l’occhio posto ad una certa distanza dall’oculare .Tale misura viene standardizzata nella lunghezza di circa 8 cm asse tra l’occhio e l’oculare . Essa però in alcuni casi può oscillare fra i 6/9 cm , e raggiungere con ottiche particolari anche i 12 cm. Da cui se ne ricava che maggiore è la distanza che intercorre tra l’occhio e l’oculare , con la massima nitidezza dell’immagine, maggiore è la qualità di questa e del relativo valore crepuscolare e di luminosità.
LA PARALLASSE , è il fenomeno presente in tutti gli strumenti ottici , esso nasce come effetto ottico congenito delle ottiche di mira. Esso viene parzialmente corretto in fase costruttiva e in ottiche di particolare potenza presentano dei regolatori manuali , da utilizzarsi per le correzioni dovute a grandi distanze di tiro. L’errore di parallasse è valore di lettura del bersaglio traguardando nell’ottica non perfettamente perpendicolare o di derivazione dx/sx al suo asse. Come fenomeno ottico , la parallasse è lo spostamento apparente dell’immagine – bersaglio a dx/sx in alto o in basso rispetto al reticolo. Origine della parallasse è il formarsi dell’immagine fornita dall’obbiettivo non sullo stesso piano ottico del reticolo. Essa viene corretta con un oculare telecentrico su una distanza di tiro compresa tra i 100/300 mt ed in questo modo l’errore si mantiene entro i limiti accettabili per le esigenze venatorie.
IL RETICOLO , di reticoli di puntamento ne esistono di molti tipi , alcuni dei quali di originale concezione ma di scarsa utilità pratica ( quelli a telemetro di derivazione militare , buoni solo per le caratteristiche dei calibri di derivazione) : i reticoli maggiormente in uso si riducono infatti a non più di tre. Il reticolo ed il supporto con i relativi regolatori , costituiscono come in precedenza accennato la parte più delicata di tutta l’ottica . Il principio meccanico delle regolazioni del reticolo è abbastanza semplice : Consta di molle di ritorno perfettamente tarate al giusto peso,che comprimono costantemente il supporto del reticolo, i cui spostamenti vengono regolati da viti micrometriche azionate dalle manopole di registro. Tali manopole sono generalmente in numero di 2 alle quali si accede svitando i coperchi a tenuta stagna, e registrano una l’alzo ,e l’altra la deriva. Negli strumenti di buona fattura la sensibilità delle regolazioni è molto elevata e consente spostamenti del punto di impatto di 4/8 mm a 100 mt per ogni scatto del registro. Più la correzione per ogni scatto è contenuta , migliore è la qualità meccanica dello strumento. E’ inutile sottolinearvi che le caratteristiche suddette sono ottenibili solo con un elevato standard di lavorazione ,e frutto di una eccellente manipolazione artigianale del singolo prodotto ,cose queste che influiscono notevolmente sui costi. Questo a volte supera di gran lunga il costo dell’arma ,ma come già detto dovete considerare questo acquisto come unico nella vita venatoria, in quanto può cessare la vita dell’arma ma l’ottica vi rimarrà per sempre nel corredo.
CARATTERISTICHE DI TIRO |
DISTANZA |
OTTICA |
ANIMALE IN MOVIMENTO giorno-battuta | BREVE 20/50mt | 1- 4X24 |
ANIMALE IN MOVIMENTO sera-aspetto | BREVE20/40mt. | 1- 4X24 elettropoint |
1- 4X24 retic.illuminato | ||
ANIMALE IN PASCOLO giorno-appostamento | MEDIA100/200mt. | 6X50 |
3- 9X46 | ||
ANIMALE IN PASCOLO sera-appostamento | MEDIA100/150mt. | 8X56 |
ANIMALE IN PASCOLO giorno –scoperto montuoso | LUNGA100/300mt. | 3-10X50 |
4-12X50 | ||
ANIMALE IN PASCOLO sera- scoperto montuoso. | LUNGA100/200mt. | 4-12X50 reticolo illum. |
ANIMALE in territori estremamente scoperti |
LUNGHISSIMA100/400 mt |
6-18X50 |
6-24X50 |
Come possiamo notare il rapporto SERA/GIORNO , influisce molto sulle distanze di ingaggio , considerando questo come raggio utile di maggiore visibilità del bersaglio in contrasto al generale campo visivo. Per dirla in breve, le ottiche che hanno fatto la storia della caccia, sono solo quelle menzionate nella tabella superiore. E’ il caso di approfondire ,che per esperienza personale ritengo maggiormente efficaci i variabili, in quanto spaziano da un basso,ad un elevato ingrandimento, consentendo un maggior margine di fascia d’utilizzo (Se poi considerate che i migliori SNIPER delle trascorse guerre utilizzavano ottiche ad ingrandimento 4X riuscendo ad ingaggiare bersagli umani anche a 600/800 mt. lascio a voi le relative conclusioni) anche se quelli di bassi ingrandimenti fissi consentono una maggiore acquisizione dei bersagli in movimento ,o di tiri all’imbracciata. Non è per un indice di gradimento personale che vi consiglio di sceglierli con tubo da 30 mm. In quanto costituzionalmente risultano essere i più luminosi , e con le lenti finali di diametro non inferiore a 46 mm. (Ultimamente la ditta americana LEUPOLD ha costruito una serie di ottiche denominate EUROPEAN con tubo da 30mm. Di discreta fattura ma chissà perché solo una di queste ha una lente finale di diametro 50, annullando così i benefici effetti di luminosità derivanti dal diametro del tubo.
Inoltre considerate la robustezza complessiva del tutto,( a caccia urti ,derivanti da scivolate e cadute ,sono all’ordine del giorno), e del registro del reticolo (vera meraviglia di ingegneria meccanica) in grado di garantirvi microspostamenti fino a raggiungere bersagli della dimensione di una mosca a 100mt.(e che solo due o al massimo 3 produttori sono in grado di garantirvi).
Morale della favola le seguenti caratteristiche tecniche occorrenti a far sì che un ottica possa considerarsi di ottima qualità ,sono:
Robustezza
Qualità delle lenti
Meccanica generale
Diametro elevato del tubo ottica
Trattamenti antiriflesso delle lenti
Trattamento protettivo anti graffio delle lenti
Trattamento interno anti appannamento con azoto o gas inerti
Impermeabilità 0.3 bar (corrispondente a 3 mt.di profondità in acqua)
Perfetto funzionamento del meccanismo di spostamento deriva ed alzo del reticolo nei CLICK dichiarati
Assenza di parallasse o registro di questo per focali lunghe
Ammortizzatore dell’oculare per evitare incidenti di urto con il viso dati dal rinculo dell’arma
E garanzia del perfetto funzionamento di tutto questo
Altro fattore importante ,è la scelta del reticolo, esso a seconda del modello riesce ,(nei tipi 4,considerando un ottica di medio ingrandimenti 6/9) a fungere da telemetro facendovi individuare più o meno la distanza del bersaglio , da cui può derivare una eventuale correzione in CLICK per la giusta caduta del proiettile.
La distanza infatti è data dalle proporzioni della sagoma di un daino o cervo inserito tra i tratti più spessi del reticolo . infatti esso viene costruito tenendo conto che la distanza che corre tra i tratti sottili del reticolo, e di circa 100/120 cm a 100mt. con ingrandimento 6/9X, ovviamente se la sagoma risultasse di dimensioni ridotte se ne ricava il rapporto di distanza descrittovi.
Per un fatto di gradimento personale, ritengo il tipo “PLEX” maggiormente versatile e di grande visibilità ,in grado di soddisfare l’azzeramento più accurato sia a caccia che in poligono.
Queste caratteristiche in sintesi, insieme ad un elevato numero di modelli prodotti ,sono dati da due o forse tre ditte :
SWAROVSKI |
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ZEISS |
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LEUPOLD |
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Nella fattispecie esse prevalgono sulle altre, riassumendo tutte le caratteristiche descrittovi. Pertanto , non state a pensarci su , più di tanto e fatti i regolari conticini, adottate una di queste per la vostra arma , essa premierà la vostra scelta ammortizzando il costo nel tempo, e vi farà perdere meno tempo negli azzeramenti, facendovi capire dopo i primi colpi la qualità dell'arma e de i proiettili, ed infine vi renderà più sicuri per la sperimentazione dell’ottenimento della massima precisione dell’arma.
Spesso mi capita di essere convocato da amici , in poligono ,per consigli in merito al giusto azzeramento in rapporto al calibro , da utilizzarsi poi successivamente a caccia . In effetti l’argomento risulta essere per il neofita difficile e scarsamente comprensibile , ma se esaminato con occhio critico ed in applicazione di esemplificazione i seguenti dati ,risulterà facilmente acquisibile , memorizzando alcuni efficaci trucchi da applicarsi a caccia. La mia esperienza con i succitati calibri venatori , che regolarmente uso sia per le cacce che per il poligono , mi hanno portato a considerare che per azzerare l’ottica sul terreno di caccia (avendo il tempo di farlo) ,bastano più o meno derivare l’alzo entro 15/20 clic in altezza , con i proiettili dei calibri citati con carica di media velocità. In effetti con proiettili che sviluppano velocità che vanno tra i 750/850 mt secondo , ho notato che la radenza di azzeramento con un ottica di buona fattura , ed avente il registro del reticolo di 1/6 “ di pollice ,un azzeramento di massima è contenuto in circa 15/20 clic di derivazione in altezza ogni 100 mt. Che significa? Semplice , poniamo il caso di aver azzerato l’ottica perfettamente al centro ad una distanza di 100 mt in uno dei calibri venatori menzionati, se ci ritroviamo a caccia un animale distante 200 mt , per riportare l’arma a sparare grosso modo al centro con uno scarto di più o meno 2 cm , basta derivare il registro superiore dell’ottica , (cioè quello dell’alzo) di 15/20 clic in direzione UP (alto). Ovviamente questa regola è da applicarsi solo alle ottiche come precedentemente menzionato di ottima fattura , e che abbiano un garantito e preciso registro del reticolo (1/8) , se poi il registro è di 1/4 di pollice, la giusta registrazione di deriva dimezza in rapporto il numero dei clic tra i 7/10. Inutile dirvi che tutto questo va controllato e ricontrollato in poligono, nelle consuete sedute di allenamento propedeutiche per la caccia, per far sì di acquisire dimestichezza nel registro del reticolo.
Ma veniamo all’azzeramento venatorio. Se considerate che nella casistica generale i tiri effettuati con efficacia avvengono a distanze che variano tra i 100/300 mt , se ne ricava che il giusto azzeramento dovrebbe essere ad una distanza intermedia (150 mt) , in effetti avendo la parabola di traiettoria una caduta maggiore quanto maggiore è la distanza, e sempre esaminando la casistica di abbattimento dei calibri venatori, la giusta ottimizzazione di azzeramento ,( per avere uno scarto contenuto in più o meno in 5/7 cm alle distanze di 70/320 mt) è di 170/180 mt. Questa regola , ovviamente è valida per una casistica di ingaggio generale , e per i calibri intermedi citati (6,5X55 svedish – 7X54 brenneke – 30-06 springfield – 300 wm o sovrapponibili) Per ovvie ragioni ,e per le cacce ad animali di grossa mole e pericolosi, la casistica di ingaggio è contenuta nell’ordine di max 100 mt, quindi è consigliabile azzerare l’arma a 70 mt.
Spesso mi è capitato ( per i citati fattori imponderabili) di dover rifare l’azzeramento (tanto accuratizzato in poligono) sul campo ,e senza avere a disposizione i mezzi tecnici dalla moderna tecnologia (laser – collimatori etc.) . Non scoraggiatevi se avete a disposizione pochi proiettili , in effetti se adotterete queste semplici regole sono sufficienti 10 colpi per un ottimizzazione accettabile dell’azzeramento.
Ponete un bersaglio ben visibile a 50 mt , estraete l’otturatore dell’arma cercando di fissarla ad un piano di appoggio (anche del comune nastro adesivo è sufficiente per fissare l’arma ad un ramo rigido o ad una tavola robusta ) , traguardando il bersaglio dalla canna , cercate di fissare il piano e l’arma grosso modo coassiale con il bersaglio sempre visibile ed al centro del buco della canna. Cercando poi di non causare spostamenti o vibrazioni anomale traguardate il bersaglio dall’ottica, vedrete così di quanto il reticolo sia spostato dal centro del bersaglio .
Agendo sui registri del reticolo dell’ottica alzo ( UP alto – DOWN basso) deriva (LEFT sinistra – RIGHT destra ) date la giusta correzione affinché esso sia posto al centro del bersaglio, poi sparate un gruppo di tre colpi , ed osservate dove il raggruppamento dei fori sia posto rispetto al centro del bersaglio , apportate le correzioni di deriva e di alzo considerando che è buona regola porre il reticolo centralmente posto circa 10 cm sopra il centro del bersaglio per l’esiguità della distanza , e non eccedere in un numero elevato di clic (le ottiche di buona qualità hanno un registro estremamente fine dei CLICK. Quindi considerate che per le Americane 1/4 stà a significare che 4 CLICK equivalgono a circa 2,5 cm di spostamento a 100 mt.e che 1 click equivale a circa 6 mm) per le stesse ragioni e poi sparate un altro gruppo di tre colpi.
Apportate le modifiche affinchè il reticolo raggiunga una centratura approssimativa
Noterete che guardando dall'ottica il bersaglio è posto fuori asse dal centro
Ponete un bersaglio a circa 5o passi e cercate di centrarlo traguardando al centro della canna co l'arma fissata ad un supporto
Osserverete così che il raggruppamento raggiungerà grosso modo la posizione desiderata . Successivamente ponete il bersaglio alla distanza di 100 mt e sparate 2 colpi cercando la massima stabilità e precisione nel tiro ,apportate poi le correzioni per porre il reticolo ed il punto di impatto situato a circa 7/10 cm sopra il centro del bersaglio. Noterete così (successivamente posto il bersaglio a 150 mt , e sparate gli ultimi 2 proiettili) che avrete ottenuto grosso modo l’azzeramento per la giusta radenza venatoria precedentemente consigliata. Avrete così consumato appena 10 proiettili della scorta di 20/30 colpi consigliati nel corredo, tenendo conto che ne occorrono 1- max 2 per animale, potete fatti i giusti calcoli di impiego , pensare ad utilizzare i restanti colpi per un azzeramento maggiormente accurato.
realizzate il secondo gruppo di tre tiri
apportate le giuste correzioni al registro dell'ottica
realizzate il primo gruppo di tre tiri