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CAPITOLO 9 – BALISTICA DEL TIRO

Nella giusta applicazione delle “regolette” e come gia detto , la pratica continua dell’allenamento , in situazioni diverse ci porta a conoscere perfettamente l’arma e dove tira , facendo si che essa diventi una  parte integrante di noi stessi, rendendone un uso spontaneo e veloce in tutte le casistiche venatorie.    Non è possibile parlare della tecnica di tiro ,se non si conoscono la traiettoria balistica ed i suoi elementi fondamentali . In questo mi viene in aiuto nello spiegarvi il servizio svolto come ufficiale del genio , come istruttore di balistica applicata all’artiglieria leggera meccanizzata.

         La linea che il centro di gravità di un qualsiasi proiettile ,percorre , viene detta TRAIETTORIA . Essa ha origine al centro della bocca dell’arma alla partenza del colpo , ed i suoi elementi di calcolo sono i seguenti:

L’ORIZZONTE è costituito dal piano orizzontale che passa per l’origine. LA VELOCITA INIZIALE è quella che anima il proiettile all’origine , mentre la LINEA DI PARTENZA è costituita dalla tangente all’ origine della traiettoria. L’ANGOLO DI PROIEZIONE è quello formato dalla linea di partenza con l’orizzonte ,IL PUNTO DI CADUTA in cui la traiettoria incontra l’orizzonte,mentre LA GITTATA è la distanza percorsa dal proiettile dall’origine al punto di caduta. IL VERTICE della traiettoria è il punto più elevato della traiettoria stessa . L’altezza raggiunta dal vertice rispetto all’orizzonte è detta ALTEZZA DI TIRO. Il PUNTO DI ARRIVO è il punto di impatto del proiettile , ed esso , generalmente non coincide con il punto di caduta teorico che tocca l’orizzonte .LA LINEA DI SITO e L’ANGOLO DI SITO sono rappresentati rispettivamente , dalla linea retta ideale che unisce l’origine con il punto di arrivo e dell’angolo che quest’ultima forma con l’orizzonte . L’angolo che la linea di partenza forma con la linea di sito, è detto ANGOLO DI PARTENZA . Gli angoli di caduta e di arrivo sono rappresentati nell’ordine ,dall’INCLINAZIONE nel punto di caduta,dell’angolo che la tangente alla traiettoria forma , nel punto di arrivo con la linea di sito. L’INCLINAZIONE è costituita dall’angolo che la tangente in qualsiasi punto della traiettoria forma con l’orizzonte. L’inclinazione è positiva all’origine , nonche uguale all’angolo di proiezione. Essa diminuisce nella fase ascendente , e diviene negativa nella fase discendente della traiettoria , ma è uguale a zero al vertice. IL TEMPO DI VOLO ,detto anche durata della traiettoria , è costituito dal tempo che il proiettile impiega a percorrere la traiettoria dal punto di origine a quello di caduta.

Due elementi della traiettoria sui quali spesso si fà confusione , sono la TENSIONE e la RADENZA . La tensione va unicamente riferita all’altezza della traiettoria all’orizzonte , mentre la radenza è relativa all’andamento del terreno su cui si sviluppa la traiettoria . Se il terreno ha un particolare andamento , anche la traiettoria più curva potrà essere radente ,ed infatti si dice radente quel tratto di traiettoria che in certe occasioni poco si discosta dal profilo del terreno.

         Ecco così spiegata nel modo più ermetico e burocratico possibile le caratteristiche balistiche del calcolo della traiettoria di un proiettile. Dati questi che potete trovare su di un qualsiasi manuale di balistica in una terminologia fatta per la comprensibilità di pochi esperti specialisti del settore e del calcolo matematico in analisi applicata.

Gli elementi geometrici e i valori teorici della traiettoria che ho citato , sono fattori di importanza relativa nella pratica venatoria .Essi sono stati citati solo per un uso cognitivo delle caratteristiche concorrenti alla balistica di un proiettile , e servono a far rendere conto al neofita quanta scienza è celata  dietro un semplice atto , che è quello dello sparo . L’unico valore efficace che il cacciatore deve tener presente , e sempre a conoscenza , è costituito dalla maggiore o minore tensione di traiettoria di un dato calibro , che egli può facilmente rilevare dalle tabelle balistiche delle case costruttrici di proiettili o polveri da sparo, o determinare il calcolo di questi con dei programmini presenti nel mercato del softwear per computer.  Dalle tabelle balistiche il cacciatore può anche rilevare le ordinate positive e negative della traiettoria in base ad un azzeramento consigliato per un dato calibro , e per un determinato tipo peso palla . Saprà in tal modo di quanto il proiettile transiterà più alto rispetto al suo azzeramento (segno + =ordinata positiva) o più basso , sempre rispetto all’azzeramento (segno - = ordinata negativa). Ma ritorniamo all’applicazione delle “regolette”.  Ciò che interessa tuttavia , è la esemplificazione del concetto di traiettoria in rapporto alla linea di mira . Diciamo quindi che la traiettoria descritta dal proiettile nell’aria ,è una linea curva, asimmetrica con andamento parabolico, che ha la sua origine alla bocca della canna e il suo termine con l’impatto sul bersaglio.  La linea di mira invece è una retta ideale secante la traiettoria in due punti . Il proiettile uscendo dalla canna , percorre un breve tratto sotto la linea di mira dell’ottica ,per poi incrociarla prima in una fase ascendente ,e viaggiare sopra di essa fino ad intersecarla nuovamente nelle fase discendente (punto di azzeramento). Durante il percorso sopra la linea di mira , dobbiamo considerare una serie di ordinate positive , mentre ordinate negative risultano quelle nel tratto ancora utile agli effetti del tiro , ma sottostante la linea in questione. L’azzeramento di un arma avviene pertanto facendo incontrare in un punto ideale la linea di tiro con quella di mira , nel suo secondo punto di incontro descritto,ad una distanza ottimale connessa al calibro e alla munizione , che sarà tanto più lontana dall’origine quanto più tesa sarà la traiettoria propria del calibro. Con questo si ottiene che il proiettile impatterà  più in alto,ad una distanza minore rispetto al punto di azzeramento ,mentre oltre la zona di azzeramento impatterà più basso del punto mirato.

 

 

                                                     

                                                                                                                                                        

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Con le tradizionali tacche e mirini .la linea di mira viene a trovarsi a circa 2 cm sopra l’asse della canna . Con l’ottica , invece, essa viene elevata a circa 4/5 cm , è appunto in questa differenza che sta il segreto per uno stesso calibro , di un azzeramento a distanza maggiore , perchè  la linea di mira più elevata rispetto all’asse della canna avremo una traiettoria apparentemente più tesa. Naturalmente la traiettoria rimarrà invariata , ma il proiettile viaggerà al di sotto dell’asse ottico del cannocchiale ,per un tratto relativamente più lungo e lo incontrerà nelle fase ascendente ad una distanza maggiore che con le mire tradizionali , aumentando conseguentemente lo spazio compreso fra l’origine e il secondo punto di incontro.

         Altro fattore di primaria importanza , per la caccia è la conoscenza dell’angolo di sito. Le tabelle balistiche forniscono al neofita dati ottenibili da traiettorie sperimentali , che hanno come condizione di tiro una situazione ideale di tiro :ottenibili solo in poligono,cioè bersagli posti in linea sullo stesso piano orizzontale , e pertanto anche la linea di mira è perfettamente orizzontale.   Allorché il bersaglio , (ed è il caso piuttosto frequente sul terreno di caccia) viene trovarsi , più in alto o più basso rispetto al cacciatore , la traiettoria del proiettile presenta delle variazioni ( variazioni, appunto dell’angolo di sito) , che portano spesso il proiettile addirittura fuori bersaglio.  Vi sono cacciatori di montagna così ricchi di esperienza ,( in particolare certi vecchi cacciatori austriaci di camosci), che riescono a valutare in un colpo d’occhio la variante dell’angolo di sito ,ed applicare la giusta correzione compensando il tiro addirittura di stoccata.  Esistono però dei  coefficienti fissi che consentono di correggere il tiro , una volta stimata la distanza , e l’angolo di sito relativo (sia esso posto in alto o in basso) , con buona approssimazione per le esigenze della caccia nei seguenti fattori:

Ad angoli di sito (non importa se in basso-negativo o in alto –positivo e con una stima ad occhio approssimativa) corrisponde la seguente tabella con i coefficienti di calcolo da applicarsi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

         Valutata la distanza dal bersaglio ,e stimato l’angolo di sito , si dividerà la distanza , espressa in metri , per il coefficiente dell’angolo di sito in parola. Il risultato con buona approssimazione esprimerà la distanza cui ci si deve riferire nel considerare la traiettoria di sito.  Per esempio: selvatico a 200mt circa più in alto o più in basso del cacciatore di circa 30° - dividendo 200 per il coefficiente relativo 1,15 si ottiene la distanza in metri 173,91 (arrotondata a 175 mt) e si apporta la giusta compensazione all’ottica come se il selvatico fosse a quella distanza .     Ciò perchè in entrambi i casi , cioè sparando contro un bersaglio posto più in alto o più in basso, rispetto al tiratore , il proiettile tende a passare alto sopra il punto mirato . E’ quindi consigliabile valutare queste cose dette prima di tirare.

 

 

  i gradi di angolazione di tiro sia in alto che in basso che si presentano spesso in montagna

ANGOLO DI SITO STIMATO

COEFFICIENTE

15° gradi

1,04

30° gradi

1,15

45° gradi

1,41

60° gradi

1,77