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Spesso mi è stato richiesto dagli amici di caccia notizie sulle qualità delle canne rigate, e passi di rigatura inoltrandoci in un terreno difficile e in interminabili e sterili discussioni , sulla scelta di taluni costruttori della foratura in un numero di righe differenti da calibro a calibro , e spesso differenti di numero a parità di calibro da costruttore a costruttore. In effetti tra le caratteristiche di scelta di una buona arma precisa ,influiscono sia la fusione della canna ,sia la tecnica di lavorazione di foratura di questa , sia il giusto passo di rigatura , in rapporto al calibro. Non voglio adesso tediarvi , descrivendovi tecniche di fusioni di barre per canne, e caratteristiche di queste , anche perché alcuni di questi processi fanno parte di segreti industriali , accessibili a pochi tecnici, e variabili da costruttore a costruttore. E’ il caso di sottolineare che i processi di lavorazione attuali estremamente curati, hanno fatto si che le fusioni di barre per canne sia EUROPEE che AMERICANE , risultino attualmente tutte di ottima fattura ,ampliando il mercato delle scelte . Infatti non a caso la qualità della produzione mondiale degli acciai a raggiunto a mio avviso livelli estremamente curati , ma tutt’altra cosa sono le lavorazioni di queste, che incidono notevolmente sulle caratteristiche e costi. Mentre i costruttori americani il più delle volte attuano delle finiture grossolane (forse dovute all’alta produzione),quelli europei curano maggiormente i dettagli atti a rendere il prodotto finale curato ed esente da tolleranze.( Mi trovai nella bottega artigianale di PERUGINI & VISINI, ritenuti tra i maggiori costruttori di armi fini al mondo, e questi anch’essi assertori di questo concetto ,mi mostrarono alcune barre forate provenienti da tutto il mondo, pronte per le lavorazioni finali , e mentre quelle di produzione americana risultavano estremamente grezze,le europee risultavano in assoluto particolarmente curate ). Questo non vuol dire che le produzioni D’OLTRALPE siano superiori a quelle americane, ma solamente maggiormente curate nella lavorazioni.
Gli elementi integrativi citati,possono essere presenti anche in gruppi , e ciascun elemento ha sulle qualità meccaniche del metallo una particolare influenza , in modo da esaltarne alcune caratteristiche di flessibilità e dispersione al calore. Avremo così canne in acciai composti ,NICHEL-CROMO ,CROMO-VANADIO, CROMO- MOLIBDENO .Gli acciai cosiddetti rapidi , ad esempio sono quelli che contengono un elevata quantità di TUNGSTENO , ed hanno la qualità di non perdere la tempra anche se riscaldati a temperature superiori ai 500° gradi centigradi , rispetto ai 200° gradi degli acciai comuni.
Fra gli acciai speciali di particolare qualità si distinguono quelli al NICHEL-CROMO per le caratteristiche di antiossidazione ed inossidabilità agli agenti atmosferici.
Gli acciai propriamente idonei alla costruzione di canne rigate , devono possedere caratteristiche e qualità diverse ,spesso contrastanti fra loro. Infatti devono essere duri per evitare che l’attrito delle palle non deteriori l’anima della canna,e devono essere giustamente flessibili ed elastici al tempo stesso ,per poter resistere validamente alle punte massime di pressione alle quali esse vengono sottoposte all’atto dello sparo. E’ ovvio che acciai cui sono richieste queste caratteristiche come quelle citate ,necessitano di elementi purissimi e di procedimenti di fusione fra i più avanzati . Le moderne acciaierie sono dotate di attrezzature e macchinari sofisticatissimi ,che le mettono in grado di assicurare un prodotto finale esente da qualsiasi imperfezione e dalle elevate caratteristiche tecniche richieste nello specifico. Come precedentemente detto, un’altra delle caratteristiche fondamentali per far si che una canna sia di ottima qualità ,sono i processi di lavorazione per ottenere le rigature dell’anima della canna.
Le canne dei moderni fucili da caccia ,sono ricavate per foratura da barre di acciaio di ottima qualità e ,in molti casi l’aggettivo un po’ ridondante con cui viene definita una qualità di acciaio non avrebbero ragioni d’essere ,in quanto si tratta ,generalmente, di comunissimo acciaio al carbonio. Sia chiaro comunque che ,l’acciaio comune al carbonio , offre tutte le caratteristiche tecnologiche indispensabili per ottenere dalla barra una buona canna.E’ per questo motivo , quindi che aggettivi come “SUPER STEEL” “COUMPOUND” ed altri attributi di fantasia , servono solamente a suscitare nell’acquirente determinate risposte psicologiche.
Diverso è il discorso quando si riferisce ad acciai prodotti da grandi firme della siderurgia mondiale , che hanno contribuito in maniera determinante allo sviluppo qualitativo dell’industria armiera in generale. Mi riferisco in particolare , tanto per citare gli acciai inglesi VICKERS e WHITWORT , ai tedeschi POLDI , BOHLER e KRUPP , ai francesi HOLTZER e UNGINE ,agli acciai belgi COCKERILL e CAP ,per non parlare degli ottimi italiani, ai famosi acciai svedesi e americani. A fianco degli acciai comuni , esistono poi i cosiddetti acciai speciali che contengono silicio e manganese in quantità superiore a quelli comuni , ed anche minerali integrativi ,come il vanadio,il molibdeno ,il nichelio,il tungsteno:
La rigatura si ottiene , dopo aver forato la canna e dopo averla alesata al diametro voluto dal calibro , con quattro sistemi fondamentali:
· LA BROCCIATURA ,che si effettua con l’apposito utensile propriamente detto BROCCIA,recante un tagliente ad incremento per ogni riga .Essa viene effettuata asportando con una sola passata il solco ove si deve fermare la profondità della riga.
· TRADIZIONALE , utilizzando un utensile che con passaggi successivi asporta gradualmente dal solco il materiale dall’interno dell’anima dalla canna. Tale processo richiede un maggior tempo ,e l’impiego di valenti artigiani , ormai divenuti rari.
· L’OGIVAZIONE ,consiste nella forzatura in anima di un utensile in acciaio speciale estremamente duro, a forma di ogiva recante l’impronta delle rigature. L’ogiva generalmente realizzata in acciaio al carburo di tungsteno ,viene forzata attraverso la canna comprimendo il metallo ed imprimendo la rigatura senza asportazione di truciolo. Analogamente alla brocciatura anche l’ogivazione avviene con una sola passata di utensile.
· La MARTELLATURA , che essendo un sistema più recente ,sfrutta anch’essa una apposita spina che reca in negativo l’impronta della rigatura,con la differenza che la spina è ferma e la canna viene mossa da una serie di martelli radiali che comprimono l’acciaio attorno alla spina. La martellatura offre una maggiore omogeneità molecolare del metallo, e si effettua in un solo passaggio.
I due ultimi sistemi ,sono attualmente i più usati ,perché oltre agli ottimi risultati di lavorazione ottenuti, sono in assoluto i più adatti ad una buon esecuzione di lavorazione. La rigatura ottenuta infatti con l’utensile tradizionale e per brocciatura , forniscono ottimi risultati a patto di una perfetta esecuzione che il rigore tecnico di lavorazione richiede. In caso contrario la precisione della canna risulta irrimediabilmente compromessa.Questi processi ,infatti presentano l’angolo di rigatura netto nei tagli fra pieni e vuoti .Tale caratteristica conferisce alle canne rigate ,la capacità di guidare meglio la traiettoria del proiettile in fase iniziale e solo se effettuata con la massima precisione. La martellatura e l’ogivazione presentano in opposto pochissime tracce di lavorazione , uniformità nella tracciatura dei solchi,e specularità delle superfici. Caratteristiche queste che contribuiscono non poco alla durata della canna , e alla costanza dei risultati di tiro. le rigature per ogivazione o martellatura presentano spigoli di rigatura meno accentuati e vivi ,ma sufficientemente adatti a garantire la massima precisione della canna. Inoltre un intaglio meno netto dei solchi delle rigature contribuisce sia a ridurre l’accumulo di depositi carboniosi tra le righe che l’usura di queste per la dolcezza degli intagli . Questo processo gradito particolarmente dai costruttori Europei , rende la canna maggiormente flessibile nei punti critici di pressione e calore ,eliminando vibrazioni e dilatazioni anomale di torsione ,e contrastando queste con una forma a spirale ,che garantisce una maggiore omogeneità molecolare per l’elasticità.
Il numero di rigature di una carabina da caccia può variare da un minimo di 3 ad un massimo di 14 (in qualche caso anche 16 - 20) ma i sistemi maggiormente adottati vanno da 4 a 6 . Quando il numero di rigature è molto elevato , come nel caso estremo di 14/16 si parla di microrigature , sistema quest’ultimo adottato su specifiche richieste di utenti, da taluni costruttori americani per armi di calibri specifici, e per un uso limitato strettamente al tiro. Il numero di esse , nello specifico non influenza , ne determina la maggiore o minore precisione della canna, ma influenzerebbe nel dettaglio la stabilizzazione di una data forma e peso di palla per uno specifico uso e limitato all’ adozione una singola palla, e di un dato calibro per il tiro.
Detto ciò , passiamo ad una delle caratteristiche fondamentali per il giusto rapporto passo rigatura/calibro .Avrete sicuramente notato che nei TEST dei manuali di ricarica di tutti i costruttori di polveri esplosive ,sono sempre presenti le tipologie delle armi impiegate,la lunghezza della canna ,ed il suo passo di rigatura. Dati questi che vengono regolarmente ignorati , ma di estrema importanza per la stabilizzazione delle palle adatte a quel calibro ed al suo passo, diciamo pure che :
· La LUNGHEZZA della canna influisce sulla velocità,infatti se la carica di lancio specifica per il calibro è composta da una polvere di media progressione esplosiva,rende il meglio con una canna di lunghezza intermedia. Se la stessa carica viene utilizzata in una canna corta, si ottengono velocità ridotte,perché la combustione avviene in parte fuori dalla canna, con la dispersione di gas che fanno diminuire la pressione e la conseguente velocità. Queste poi risultano modestamente più veloci su di una canna di massima lunghezza proprio per quanto detto in quanto ,la combustione avvenendo tutta nella canna ,riesce a sviluppare una pressione maggiore e quindi una velocità maggiore. Questo sta anche a significare che certe polveri altamente progressive, e a combustione lenta, (adatte ai calibri magnum), abbisognano di una data lunghezza di canna per poter bruciare completamente , e così sfruttare al massimo la resa di lancio. La resa in effetti risulta ottimale quando la fase di combustione e sviluppo dei gas avviene tutta lungo l’asse della lunghezza interna della canna .
· Il PASSO DI RIGATURA , esso viene studiato e adottato per dare al proiettile un movimento giroscopico (su se stesso), ottimale per la miglior stabilizzazione nella sua rotazione a raggiungere al meglio una parabola rettilinea e lineare. Il passo infatti e dato dal giro di una palla sul suo asse, percorso in un tratto della canna . Infatti quando si legge che il passo di una canna è 1/8” , significa che la palla percorre 8 pollici di canna (circa 19 cm.)per completare un giro perfetto su se stessa .Questo movimento rotatorio-giroscopico di stabilizzazione del proietto ,serve ad eliminare le vibrazioni negative derivanti sia dalla sua resistenza aerodinamica all’aria che dalla spinta inerziale ricevuta dalle pressioni dei gas, che tendono a destabilizzarlo dalla sua traiettoria lineare facendolo deviare e rendendolo impreciso. Contrariamente a quanto si pensa la resa ottimale dello sviluppo giroscopico del passo di rigatura è maggiormente performante quanta più superficie della palla è a contatto con le rigature. Esso è dato in base alla lunghezza di palla (o porzione di impegno delle rigature),e non dal peso di questa. Per cui quando si sente che un 308 winchester ha passo 1/10”, e raggruppa molto bene solo con palle da 168 gn., è perché questa nel suo rivestimento e costruzione prevede una superficie di contatto con le rigature più lunga di una palla 150 gn .e quindi maggiormente adatta a stabilizzare quel movimento giroscopico in quel passo ,(ma sempre in rapporto alla velocità impiegata) . Si può quindi dire che a seconda del passo di rigatura bisogna impiegare una data tipologia di lunghezza palla , tenendo da conto di quanta superficie di essa và ad impegnare la rigatura. Si può verificare quindi che una palla BOAT TAIL impegni la rigatura per un tratto inferiore rispetto una FLAT BASE,(anche se esse sono studiate appositamente per il tiro) e si può constatare che in una canna di passo 1/10” calibro 308 W , adatta per passo a stabilizzare palle da 168 gn. a volte stabilizzi meglio il tiro con palle da 150gn. FLAT BASE, e questo perché l’impegno della superficie nel suo movimento giroscopico , in rapporto al passo della canna , risulta più adatto e stabile ad ottenere una traiettoria parabolica-lineare,sempre in rapporto alla velocità di impiego. Quindi non meravigliatevi se a volte una normalissima palla da caccia a coda piatta risulti più precisa di una accuratissima palla da tiro a coda rastremata, questo fenomeno è dovuto semplicemente ad una migliore stabilità di quelle palle che a parità di peso e forma impegnino una porzione di superficie maggiore nelle rigature ed una conseguente stabilità.
Il passo di rigatura riveste fondamentale importanza ai fini della precisione dell’arma , e richiede uno studio accurato per ogni calibro e tipo di proiettile adatto alla migliore stabilizzazione. L’andamento del passo viene determinato in base alla velocità caratteriale del calibro, riferita dal proiettile alla bocca, e alla forma e peso di adozione di palla del calibro ( intendendo per forma e peso nel riferimento al passo ,la lunghezza del proietto rispetto al calibro).
In genere la lunghezza del passo di rigatura è inversamente proporzionale al peso del proiettile e alla sua lunghezza , esso serve a dare la giusta velocità giroscopica per una migliore stabilizzazione di traiettoria a palle di peso e forma che si pongono nella fascia di scelta intermedia caratteriali del calibro. In effetti il passo di rigatura in rapporto alla velocità caratteriale del calibro, limita per la migliore stabilizzazione ad una scelta di adozione ( peso forma palla) ,contenuta quasi sempre nelle fasce mediane, rendendo instabili ed imprecise quelle con minore o di maggiore peso. Tale fenomeno , tra l’altro crea spesso difficoltà al cacciatore che non riesce a spiegarsi come la sua carabina sia estremamente precisa con proiettili di peso medio , e lasci molto desiderare in precisione con proiettili di peso maggiore o minore . L’inconveniente è nella quasi totalità riferibile al passo di rigatura ,adottato sempre per stabilizzare adeguatamente proiettili di peso (lunghezza) mediano, lasciando alle sperimentazioni estreme l’adozione di palle più pesanti (e quindi più lunghe e lente) o quelle leggere( e quindi più corte e veloci). I costruttori ,però , per accontentare il mercato, adottano in molti casi e soprattutto per quei calibri che spaziano in un munizionamento ampio di peso palla,(30-06 springfield, 308 W etc.) un passo di rigatura con caratteristiche medie , in modo da poter stabilizzare sufficientemente i vari tipi di peso e forma di palla del calibro ,ottenendo una buona precisione intrinseca per l’impiego venatorio, sia con palle leggere che con quelle pesanti, ma alla fine ,sperimentando i dosaggi, ci si accorgerà che solo le palle di peso mediano risultano essere in assoluto le più performanti, in fatto di precisione. Quando la velocità iniziale di una data munizione , e quindi di un determinato calibro ,è piuttosto elevata , il costruttore generalmente aumenta il passo di rigatura , al contrario,se la velocità è bassa, questo và diminuito. Questo significa che una palla di un calibro caratterialmente veloce (300WM- 7mm Rem.Mag) abbisogna di un movimento giroscopico minore sul suo asse ,rispetto ad una palla di un calibro che sviluppi velocità più lente (45-70 – 444 Marlin) per una ottimizzazione di stabilità. Un proiettile di data forma e peso ,per poter essere stabilizzato nella traiettoria ,deve essere animato da una determinata velocità di rotazione sul suo asse meccanico (velocità angolare) , variando la quale in più o in meno , viene ad essere modificata negativamente la stabilità. Questo sta a significare che la migliore stabilità di una palla è data da una sola velocità ,da ritrovarsi sperimentando e provando aggiustamenti di dosaggi , fino al raggiungimento di un ottimizzazione(sempre della stessa palla) riscontrabile poi con dei netti miglioramenti nei gruppi di rosata. La velocità angolare , è legata al rapporto che esiste fra velocità iniziale (alla bocca della canna)del proiettile e al valore del passo , ed essa deve essere tanto maggiore ,quanto più lungo è il proiettile in rapporto al suo diametro (calibro).
azione di destabilizzazione dovuta al disassamento originario della palla
REMINGTON – WINCHESTER - RUGER |
SIERRA – HORNADY – NOSLER - SPEER - BARNES |
SAKO - TIKKA |
LAPUA - NORMA |
STAYER – MAUSER - SAUER - BLASER |
RWS - BLASER |
Tutto ciò significa anche che i test delle armi , vengono effettuati con l’impiego di munizioni di mercato offerti dalle relative nazionalità di appartenenza, e esse risultano maggiormente ottimizzate per il munizionamento adottato. Il numero di rigature delle canne ,come già accennato , sono differenti da costruttore a costruttore e non incidono affatto sulle prestazioni della canna , ma influenzano solo impercettibilmente l’usura di questa , o concorrono a stabilizzare meglio certe palle di calibri specifici, e su specifiche richieste di particolari sportivi dediti esclusivamente al tiro. Esse infatti possono variare da un massimo di 12/20 ad un minimo di 3, e vengono effettuate dalle case costruttrici cercando un giusto compromesso , tra le caratteristiche generali del calibro ed il costo finale dell’arma, che è il caso di sottolineare, levita considerevolmente in caso di elevato numero di esse , ma come precedentemente accennato ,non penalizzano affatto la precisione dell’arma, ma servono a stabilizzare meglio certe specifiche palle per certi specifici calibri sportivi ,e solo su specifiche richieste del tiratore ( Io stesso ho avuto modo di provare in poligono , nella stessa seduta una carabina con canna SCHILEN in calibro 6 PPC con canna da 60 cm passo 1/12” ad 8 rigature destorse, ottenendo rosate praticamente sovrapponibili con un'altra arma con canna HART stesso calibro ,60 -1/12” a 3 rigature destorse.).
LUNGHEZZA- PRECISIONE delle canne – anche per le canne come già accennatovi, sia lisce che rigate ,esistono dei diffusi pregiudizi ,sul rendimento balistico connesso alla lunghezza della canna. Generalmente si pensa che maggiore sia la lunghezza della canna maggiore sia la sua precisione. Tuttavia poiché il cacciatore di grossa selvaggina ,è generalmente meglio documentato (balisticamente parlando), la questione è meno complessa da chiarire. Ancora una volta ,voglio sfatare la leggenda che più la canna è lunga più precisa risulta esser l’arma. La precisione di un arma a canna rigata , dipende soltanto in minima parte dalla lunghezza della canna,mentre dipende moltissimo dai fattori di balistica interna precedentemente descritti. Tuttavia è fattore essenziale che essa sia sufficientemente lunga in rapporto al calibro per effettuare la combustione totale della polvere all’interno della canna, in modo da sfruttare completamente l’energia della carica.
La precisione intrinseca di un’arma (dato per scontato la qualità del prodotto) , è legata (ripeto) alla perfetta stabilizzazione del proiettile nella traiettoria (passo di rigatura adeguato), alla velocità di proiezione adatta di quest’ultimo , al fattore di scelta forma –peso della palla (legato alla densità sezionale del proiettile) , nonché al giusta adozione della carica di lancio (rapporto fra peso del proiettile e peso della polvere), e ad altri fattori , alcuni dei quali particolarmente complessi che esamineremo nella “RICARICA”. E’ però necessario precisare che se è vero che un arma rigata non è tanto più precisa quanto più è lunga la canna, è anche vero e soprattutto per alcuni calibri (MAGNUM), che non si può scendere al di sotto di una determinata lunghezza di canna , senza compromettere la stabilizzazione del proiettile. I fabbricanti , che adottano generalmente la lunghezza di 60 cm per provare la velocità iniziali dei calibri moderni , hanno standardizzato i criteri costruttivi delle canne per quanto riguarda la loro lunghezza, per cui i costruttori Americani ,ad esempio, hanno adottato (salvo eccezioni) canne da 56 cm per calibri STANDARD, e da 60/61 cm per i calibri MAGNUM , quelli Europei ,invece, mantengono la lunghezza di 60/61 cm per i STANDARD, elevandola a 65 cm per quelli MAGNUM. Sono soluzioni queste, che realizzano un valido compromesso ai fini della pratica venatoria, conciliando le esigenze balistiche alla necessaria maneggevolezza , che deve essere di primaria importanza per la caccia.
Sfatata così la leggenda lunghezza – precisione , resta da considerarsi il rapporto lunghezza – velocità. Anche in questo caso , i famosi pregiudizi non mancano , e giova verificare , citando a caso fra tanti esperimenti condotti nel settore delle armi COUSTOM , come entro certi limiti, la lunghezza eccessiva della canna serva soltanto a sbilanciare l’arma nel suo baricentro in avanti e niente di più. Infatti la velocità rilevata a parità di calibro–cartuccia-palla in canne di lunghezze differenti apporta solamente modesti benefici (irrilevanti nell’esercizio venatorio), nell’ordine di poche decine di metri al secondo, pertanto la perdita di velocità risulta essere piuttosto contenuta e non svilisce il rendimento balistico in ordine di energia cinetica per uso venatorio. Ma ,tuttavia si tenga presente che alcuni calibri hanno un calo di velocità minimo , in rapporto ad altri invece ,che sono maggiormente sensibili alla lunghezza di canna ad essi congeniali. In linea di massima una carabina STUTZEN con canne da 56 cm o un basculante KIPLAUF con canna da 60 cm vanno benissimo, se camerati in calibri STANDARD ,e costituiscono un ottima scelta per questioni di maneggevolezza in cacce da battuta o montagna. Per i calibri MAGNUM è bene attenersi ad armi con canna da 60/61 cm , tenendo presente che in alcuni casi essi esprimono al meglio le loro qualità balistiche con canne da 65cm.
Ma torniamo alle canne; durante l’allenamento al tiro per non stressare le canne ad eccessive temperature ,è bene sparare con calma e ponderatezza , dando tempo di alla canna di raffreddarsi fra un colpo e l’altro, perché gli acciai anche se di ottima qualità ,per il processo di dilatazione dei metalli , subiscono a causa delle elevate temperature delle torsioni anomale , causando delle percettibili variazioni nei test di rosata , ed inficiandone la precisione. In effetti le canne dilatandosi per le alte temperature , fanno anche sì che le palle impegnino con un minor contatto la rigatura , creando leggeri problemi di stabilizzazione di queste. E’ buona regola , infatti, sostare per 2/3 minuti tra un tiro e l’altro per consentire un giusto ritorno termico delle canne nelle condizioni ottimali per garantirne la precisione. In effetti la temperatura che si ottiene nel breve periodo di massima pressione dell’esplosione (circa 4.000 psi), è sempre sopra il punto di fusione dei componenti degli acciai , ed è questo fattore il motivo maggiore dell’usura della canna .Alta pressione indica sempre alta temperatura,e quindi rapida corrosione; è così semplice, la vita della canna dipende quindi dalle pressioni usate nel suo esercizio. I motivi usuranti della canna non dipendono tanto dalla velocità ma dalle elevate pressioni per ottenerle. La velocità di un proietto è sempre maggiore in prossimità della bocca dove la corrosione è minima ,invece la maggior usura di una canna è data in prossimità della camera di scoppio. Questo significa che i calibri MAGNUM bruciando più propellente sviluppano più calore e più pressione , quindi anche una maggior corrosione rispetto a calibri che bruciano piccoli volumi di polvere.
7.000 – 7.500 colpi |
se camerate per calibri sviluppanti pressioni inferiori alle 2.500/2.800 atmosfere |
4.000 – 4.500 colpi |
per calibri sviluppanti pressioni attorno alle 3.000 atmosfere |
1.500 - 2.000 colpi |
se la pressione è di 3.500 atmosfere |
1.000 – 1.500 colpi |
se il calibro sviluppa pressioni che eccedono quelle citate (WEATERBY e Magnum vari) |
Marino Cremente
gruppi di 10 colpi a 200/100 mt con palle HORNADY A-MAX calibro 308 W